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Ha quattro musei, una galleria d’arte all’aperto, un’attiva biblioteca, un orto botanico e un intatto nucleo medievale proprio al centro del borgo. E ha poco più di trecento abitanti. In proporzione, è come se la città di Torino avesse più di diecimila istituzioni culturali. Siamo a Guardabosone, un’autentica oasi di pace tra Valsesia e Valsessera, al centro dell’Alto Piemonte.
Il paese, dal profilo compatto dominato dalla chiesa parrocchiale, si trova alto su di un colle, all’inizio della piccola valle del torrente Strona di Postua. Nel piccolo centro si trovano uno straordinario Museo di Storia Naturale, voluto con grande passione e competenza da Carlo Locca, un Museo d’Arte Sacra presso la parrocchia, un Museo delle Tradizioni Agricole, la Casa dei Mestieri dove vengono riproposte le attività tipiche del luogo, un Orto Botanico dedicato a Pier Carlo Bussi e una Biblioteca Comunale dedicata ad Angelo Togna.
L’ultima novità sono le opere all’aperto di diversi artisti, visibili tra le vie del borgo, e da loro donate nel corso degli ultimi anni. L’idea vuole essere solo l’inizio di una tradizione da incentivare ogni anno con opere diverse, che andranno ad inserirsi in un contesto urbano già ricco di storici affreschi murali di varia origine e di angoli di rara e intatta bellezza.
Il simbolo di Guardabosone, presente nel logo comunale, è la grande meridiana che dal 1880 impreziosisce il lato sud della chiesa parrocchiale. Sapientemente restaurato alla fine del secolo scorso, l’orologio solare è conosciuto come uno dei più belli e interessanti di tutto il territorio altopiemontese.
La visita al paese inizia dalla chiesa della Madonna del Carretto, che si trova subito, all’inizio dell’abitato. Costruita a fine Seicento con grande armonia di forme e proporzioni, ha al suo interno un pregevole altare ligneo barocco, arricchito dagli intarsi marmorei del paliotto di realizzazione settecentesca. All’esterno un tempietto ottagonale ornato con notevoli stucchi a memoria del Castellano di Milano Don Sancho de Luna Y Rojas, caduto in una imboscata durante l’attraversamento di Guardabosone nel gennaio del 1617. Nel piccolo tempio è inglobata una miracolosa edicola mariana dipinta da Tommaso Cagnolis sul finire del ’Quattrocento, venerata, tra i tanti pellegrini di passaggio, dall’illustre San Carlo Borromeo.
Di fronte alla chiesa si eleva il colle sul quale si trova l’Orto Botanico, realizzato da volontari appassionati di erbe officinali, con finalità di favorire la conoscenza delle erbe aromatiche e curative, tipiche delle vallate biellesi e valsesiane.
Con pochi passi si arriva alla piazza d’entrata del paese, sulla quale si affacciano un qualificato ristorante e una locanda che offre ospitalità anche come punto tappa del Cammino di San Carlo. Da qui si entra nel centro storico che si visita facilmente, grazie anche ad una segnaletica minimale ma funzionale. Strette vie selciate, piccole corti e spazi ancora originali, edicole votive e affreschi murali ci riportano ad una atmosfera antica.
Il paese è vivo, animato e abitato, raccolto intorno all’imponente parrocchiale dedicata a S. Agata, all’esterno della quale è dipinta la grande meridiana che, in barba alla modernità, si ostina a segnare le ore che mancano al tramonto.
Seguendo le indicazioni, si possono vedere cortiletti sui quali si affacciano case signorili con loggiati aperti e altre di povera ma dignitosa fattura, tutte ancora in ottimo stato. Una parte del centro storico sembra far intuire un ricetto fortificato, ancora con muri fatti di pietre sistemate a spina di pesce e con un passaggio coperto con colonne, volumi e ambienti di chiara origine medievale. Cappelle affrescate e piccoli oratori testimoniano la presenza nel tempo di una devozione popolare che ritroviamo nella maestosa chiesa parrocchiale e nel piccolo ma ben curato Museo di Arte Sacra ospitato nel cortile interno della canonica.
Alcune costruzioni appena defilate dal nucleo antico ospitano il Museo di Storia Naturale, che raccoglie in diverse esposizioni una straordinaria collezione mineralogica, entomologica, etnografica e zoologica. L’autore è Carlo Locca, testimone prezioso e al contempo “reperto” di una cultura materiale nel senso più nobile del termine. Se avrete la fortuna di incontrarlo, avrete in regalo momenti di simpatia e di sapienza popolare che vi faranno tornare. Come gettare una monetina in una fontana di saggezza.
Potete concludere la visita a Guardabosone andando a perdervi nella natura che circonda il paese. Il Cammino di San Carlo continua verso monte per raggiungere Postua, altro villaggio da visitare, ma se andate verso la valle troverete un grande agriturismo, aziende agricole, un maneggio e tanti motivi per continuare il soggiorno.
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